In barba agli Sporcelli.

Da queste parti, lo avrete capito, non si aspetta una grande occasione per regalare un libro. Così, quando la grande occasione arriva davvero, serve qualcosa di diverso dagli altri, che lasci il segno.
Per i cinque anni del Piccolo T, il mio regalo è stato non un semplice libro, ma un rito di iniziazione: il suo primo libro "da grandi".


E Gli Sporcelli di Roald Dahl si è dimostrato un perfetto "primo libro da grandi".
Prima di tutto, non è un libro di un autore qualsiasi, ma di uno dei più grandi romanzieri per l'infanzia mai esistiti. Sono di Roald Dahl, ad esempio, La fabbrica di cioccolato e Il GGG.

Poi, è strutturato a capitoli brevissimi: due-tre pagine l'uno, con uno o due disegni al tratto per ogni capitolo, così potrete decidere voi quanto far durare il momento della lettura.
La tensione resta sempre alta, perché ogni capitolo si conclude con un "cliffhanger", cioè mettendo curiosità su quello successivo, così la lettura più lunga del solito non pesa. Insomma: è un ottimo libro di transizione tra l'albo illustrato e un romanzo.


Ma soprattutto: è divertente da pazzi, e per nulla banale.
I protagonisti, gli Sporcelli, non sono esattamente quello che vi aspettate da una storia per bambini. Sono brutti, sporchi e cattivi, anche tra di loro.
Dahl non risparmia descrizioni rivoltanti, né cerca di edulcorare la pillola sul carattere dei due terribili coniugi.
Il libro inizia con una descrizione minuziosa della barba del signor Sporcelli – naturalmente una barba che non vede mai acqua e sapone – dentro la quale si incastra ogni genere di pezzetto di cibo, e continua raccontando scherzi malefici, cattiverie e avventure incalzanti del signor e della signora Sporcelli e dei vari animali che vivono attorno a loro.


Insomma: un libro fantastico, se anche a voi non vanno giù il buonismo e il politically correct. Quanto ai vostri figli, be': i bambini sono politically uncorrect per natura, e non potranno che amarlo.

Finisce bene? Sì, in un certo senso finisce bene e i "buoni" vincono, ma non è questo il punto. Quello che conta è tutto quello che c'è in mezzo: il ritmo, la storia, i personaggi mai scontati, gli episodi divertenti.

Ah, sì, e c'è anche lei:

La barba del Signor Sporcelli.


Protagonista indiscussa dei primi capitoli di Gli Sporcelli, la barba del signor Sporcelli per noi è diventata anche l'attività creativa che ha riempito una domenica pomeriggio di pioggia. Volete provare a costruirla anche voi?

Basta un foglio di carta su cui disegnare una barba (se non la sapete disegnare bene, tanto meglio: sarà ancora più "sporcellosa").


E poi altri fogli su cui disegnare e ritagliare peli di barba e pezzi di cibo.


All'opera, quindi! Allenate la motricità fine di vostro figlio facendogli disegnare e ritagliare peli dalle forme più strane. Bastano degli zig zag o degli scarabocchi, ma non mettete limiti alla fantasia.


Per i pezzetti di cibo, scegliete se disegnarli o ritagliarli da qualche rivista (o, come nel nostro caso, di fare entrambe le cose).


Procuratevi ora della "colla nontimolla" come quella degli Sporcelli (se non la trovate, una semplice cola stick andrà benissimo) e attaccate tutti i peli alla base della barba, nel modo più confuso possibile, lasciandone sempre qualche pezzetto sollevato.


In questi spazi, infilerete i pezzetti di cibo disegnati e ritagliati, in modo da rendere la barba più lurida che potete, degna di quella del signor Sporcelli.


Paura, eh?



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